Il termine 5G (acronimo di 5th Generation) indica l’insieme di tecnologie di telefonia mobile e cellulare, i cui standard, detti appunto di “quinta generazione”, garantiscono prestazioni e velocità superiori a quelli della tecnologia 4G/IMT-Advanced.
Caratteristiche
La Next Generation Mobile Networks Alliance definiva, nel 2014, i seguenti requisiti per le reti 5G:
- velocità dati di decine di megabit al secondo per decine di migliaia di utenti
- 1 gigabit al secondo simultaneamente a molti lavoratori con gli uffici posti sullo stesso piano
- centinaia di migliaia di connessioni simultanee per reti di sensori senza fili capillari e di grandi dimensioni
- efficienza spettrale significativamente potenziata in confronto alla tecnologia 4G
- copertura migliorata
- efficienza dei segnali potenziata
- latenza significativamente ridotta in confronto all’LTE.
La Next Generation Mobile Networks Alliance pianificava la presentazione della tecnologia 5G entro il 2020. La NGMN valuta che, oltre a fornire velocità più elevate, le reti 5G possano anche soddisfare le esigenze di nuovi casi d’uso, come l’Internet delle cose, dispositivi connessi a Internet, nonché servizi di trasmissione e linee di comunicazione d’importanza vitale in occasione di disastri naturali.
Sebbene gli standard aggiornati in esame definiscano capacità superiori a quelle fissate nelle attuali norme 4G, queste nuove capacità sono state raggruppate sotto gli attuali standard ITU-T 4G. La Federal Communications Commission, FCC, ha approvato lo spettro da utilizzare per la tecnologia 5G il 14 luglio 2016 con un voto 5-0. La stessa FCC ha cercato di creare un ambiente che incoraggi la diffusione delle tecnologie 5G.
Rispetto alle tecnologie precedenti, la rete 5G si caratterizza per la gestione a fasci di onde EM molto più direzionali e “dedicate” al singolo utilizzatore. A causa dei fasci rapidamente variabili, l’esposizione media a segnali 5G è molto più bassa rispetto a quella che si avrebbe per analoghi segnali di tipo 4G, ma si verificano valori di picco più elevati in brevi periodi temporali (inferiori a 6 minuti) “direzionati” sugli utenti del servizio.
Uno studio dell’Ordnance Survey datato febbraio 2018 evidenzia come gli alberi e i cespugli con abbondanza di fogliame costituiscano ostacolo alla propagazione del segnale a frequenze superiori ai 6 GHz.
Possibili effetti sulla salute umana
La fascia di operatività prevista per le reti 5G può avvenire nella banda di spettro corrispondente alle microonde da 3 GHz a 300 GHz, in Italia in particolare sono state assegnate tre bande, di cui la più alta opera a 30 GHz e potrà essere usata con antenne di piccole dimensioni a livello locale e all’interno degli edifici, mentre la banda intermedia opera a 3 GHz.
A oggi non sono noti effetti sulla salute causati dall’esposizione a lungo termine. Si fa notare però che parte della banda destinata per le comunicazioni 5G è stata utilizzata a lungo termine per le trasmissioni televisive.
Gli studi epidemiologici e sperimentali condotti finora non hanno ancora mostrato associazioni significative tra l’esposizione a campi magnetici e un’aumentata insorgenza di cancro in bambini e adulti. Gli studi svolti sino a oggi non hanno mostrato alcuna capacità delle onde radio e delle microonde utilizzate per le reti 5G di danneggiare il DNA delle cellule.
L’Istituto superiore di sanità, con specifico riferimento alla tecnologia 5G, nota che «Al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse. Un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio.». Nonostante ciò, l’introduzione di questa tecnologia viene osteggiata con campagne e iniziative da chi sostiene che le onde radio siano nocive per la salute.
Il Comitato scientifico della Commissione Europea su salute, ambiente e rischi emergenti ritiene che siano necessari approfondimenti per «la mancanza di chiare evidenze utili allo sviluppo di linee guida per l’esposizione ai campi elettromagnetici 5G lascia aperta la possibilità di effetti biologici indesiderati». Nello stesso documento si conferma comunque che “gli studi non hanno ancora fornito nessuna chiara evidenza di impatti su mammiferi, uccelli o insetti”.
Il 5 aprile 2019 Céline Fremaul, il ministro dell’ambiente della regione di Bruxelles, ha bloccato le sperimentazioni della rete nella regione per irregolarità amministrative e finanziarie.
5G in Italia
Sperimentazione pre-commerciale
Il 16 marzo 2017, il MISE, ha aperto la procedura per l’acquisizione di proposte progettuali per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali nella disponibilità di spettro radio 3700 MHz.
- Area 1 – Milano – città Metropolitana (comprende 61 comuni)
- Area 2 – Prato e L’Aquila
- Area 3 – Bari e Matera
Il 2 agosto 2017 sono state rilasciate le graduatorie:
- Vodafone si è aggiudicata Area 1 con un punteggio di 92,6/100
- Wind Tre e OpenFiber si sono aggiudicate Area 2 con un punteggio di 74,3/100
- TIM, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate Area 3 con un punteggio di 86,6/100
Il 20 settembre 2017 si è conclusa l’approvazione delle proposte progettuali definitive per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali 5G nella porzione di spettro 3700 MHz.
Il 22 settembre 2017 sono state emanate le autorizzazioni provvisorie alle sperimentazione con l’assegnazione del relativo diritto d’uso delle frequenze (100 MHz contigui).
Nei mesi successivi sono state rilasciate le sintesi delle imprese:
- Area 1 – Vodafone (90 mln di investimento)
- Area 2 – Wind Tre e Open Fiber (50 mln di investimento)
- Area 3 – TIM, Fastweb e Huawei (60 mln di investimento)
La sperimentazione ha una durata di 4 anni e si concluderà il 31 dicembre 2021.