Per molte procedure amministrative di diversa natura, molto spesso, ci sarà richiesta una copia compulsada di qualche documento.
Andiamo a vedere cos’è e come si agisce in questi casi.
La copia compulsada altro non è che una fotocopia di un documento ufficiale che ha passato una verifica e viene accettata come uguale all’originale.
Per tanto possiamo dire che “compulsare” (italianizzato, non propriamente corretto) significa dare validità alla fotocopia di un documento originale.
Per effettuare questo procedimiento quindi, bisognerà apportare il documento originale che si vuole compulsare, una fotocopia dello stesso, chiara e ben visibile, ed il proprio documento di identità. In alcuni casi, alcune amministrazioni esigono oltre a questi documenti, il pagamento di una tassa.
Una volta chiarito che cosa è, e cosa bisogna apportare, vediamo dove possiamo effettuare questa convalida.
Normalmente, per quello che riguarda le amministrazioni pubbliche, tutti gli uffici di registro sono obbligati a compulsare i documenti richiesti. È importante specificare che l’organo addetto alla compulsa varia a seconda della procedura da eseguire, si consiglia, quindi, di chiedere informazioni sugli specifici organismi preposti alla compulsa.
A questo punto, come sempre cerchiamo di fare per spiegare nel miglior modo possibile questi tipi di operazioni, riepiloghiamo:
- Accertare l’organo preposto a compulsare il nostro documento
- Apportare il proprio documento di identità
- Apportare l’originale del documento da compulsare
- Apportare la fotocopia, chiara e ben visibile, del documento da compulsare
- Apportare la ricevuta del pagamento della tassa richiesta, nei casi specifici.
Se tutto è corretto, il funzionario che vi assisterà, eseguirà la “compulsa” e vi restituirà immediatamente tutti i documenti apportati, originali e copie.